La partenza di 60×60 è sempre più vicina e i preparativi si intensificano.
I preparativi, ho detto, non la preparazione. Il lavoro “normale” da portare avanti, le mille cose a cui pensare per due mesi di assenza (Come faccio per la dichiarazione dei redditi? Chi darà da mangiare alla mia pasta madre?), l’attrezzatura da valutare e allestire, e via di seguito: a farne le spese è il tempo per andare in bicicletta; non dico per allenarmi, ma almeno per abituarmi un minimo a Lady B.


Ma a questo punto ho capito che tutto non si può fare, ragion per cui ho smesso di agitarmi su questo tema. Partirò senza muscoli, senza fiato e senza preparazione, e mi metterò in forma strada facendo: così sarete testimoni in diretta della mia trasformazione da Miss Piggy a Wonder Woman (se poi questa cosa non si avvera, devo farmi venire in mente qualcuno o qualcosa a cui dare la colpa).
Intanto, però, approfitto di qualche serata un po’ meno convulsa del solito per darvi qualche dettaglio in più sul mio viaggio. Oggi, per esempio, vi voglio raccontare meglio questa cosa del pass Interrail. Che è mio sponsor in 60×60, ma che è soprattutto una formula davvero meritevole di essere conosciuta meglio.
Anche per Interrail, del resto, quest’anno è un anniversario importante, perché compie 50 anni. Nel 1972 l’Europa era molto diversa da oggi, e ogni Paese era davvero un mondo a parte: abitudini, usanze, prodotti, abbigliamento, valuta… spostarsi “all’estero” era molto più costoso e laborioso, erano in pochi ad avventurarsi fuori dai confini nazionali, l’idea di un’Unione Europea non era neppure minimamente all’orizzonte e anche solo una settimana a Londra era un’avventura esotica di cui vantarsi molto a lungo.
In questo scenario così “provinciale”, ci fu però un’intuizione geniale: trovare il modo per stimolare i giovani a spostarsi attraverso l’intero continente, per fare un’esperienza internazionale, per aprirsi la mente, per uscire dal proprio guscio e confrontarsi con i propri coetanei di Paesi e culture diversi. Insomma, una visione molto illuminata e aperta, che puntava a investire concretamente sui giovani e sulla loro formazione (…bello, eh? Succedeva mezzo secolo fa…).
L’idea, dicevamo, era quella di far viaggiare i giovani in ambito internazionale: così, nel ‘72, arriva la prima “tessera Interrail” (rigorosamente cartacea, per ovvi motivi) che consentiva ai giovani di età inferiore ai 21 anni di utilizzare liberamente la rete ferroviaria della maggior parte dei Paesi europei (limite di età che viene poi aumentato a 23 anni e infine, nel 1979, a 26 anni). È la nascita di una grande generazione di backpacker, un vero e proprio salto culturale. Per la mia generazione, “fare l’Interrail” per tutta l’estate era un vero e proprio mito, un’esperienza straordinaria, un grande viaggio di formazione. Che io, peraltro – distratta da studio/fidanzato/pigrizia/paura e scoraggiata dall’assenza di compagni di viaggio – non ho mai fatto. E ricordo molto bene il disappunto di quando, al mio ventisettesimo compleanno, ho realizzato che avevo perso definitivamente questa occasione; credo che sia stata quella la prima volta in cui ho avuto la sensazione di invecchiare.
Meno male che la vita a volte ti sorprende positivamente, offrendoti una seconda opportunità. Nel 1998 Interrail decide infatti di rimuovere il limite di età creando una tessera aperta a tutti, anche se a un prezzo più alto rispetto a quello super-conveniente riservato agli under-26. E a questo si aggiunge una seconda tariffa scontata, dedicata questa volta agli over-60. Intanto, però, la cosa passa un po’ sotto traccia, ignorata dai più, perché nel frattempo lo scenario è cambiato: i voli low-cost hanno trasformato abitudini e mentalità, i modi di viaggiare sono diversi, l’utilizzo del treno è passato in secondo piano.
Ma il treno è un po’ come la radio, o come la bicicletta: strumenti così perfetti e completi che possono magari innovarsi e modificarsi, ma non cambiano la loro natura e alla fine continuano a mantenere intatta la loro validità, senza essere soppiantati da nuovi strumenti. L’auto non ha sostituito la bici, la televisione non ha eliminato la radio, il trasporto aereo non ha reso obsolete le ferrovie; che anzi negli ultimi anni hanno ripreso un ruolo da protagoniste, complici da un lato le comodità offerte dall’alta velocità e dall’altro una maggiore sensibilità sulle tematiche ambientali e la volontà di viaggiare nel modo meno inquinante possibile. Senza contare che il fascino di un lungo viaggio in treno è impagabile: dormi, leggi, fai quattro passi nel corridoio, vai nella carrozza ristoro a mangiare o bere qualcosa mentre guardi il panorama che ti sfila davanti… e alla fine scendi nel centro della città. Personalmente, apprezzo moltissimo l’utilità dell’aereo se devi attraversare un oceano; ma se si parla di distanze più accessibili, la piacevolezza di un viaggio in treno non ha confronto.
Vabbè, ho un po’ divagato… tiriamo le somme e veniamo a oggi, e al fatto che Interrail è tornato ad essere una formula diffusa e interessantissima, che mette a disposizione per chiunque la rete ferroviaria di ben 33 Paesi europei. Eccovi quindi una serie di informazioni pratiche che sono sicura vi interesseranno e vi saranno utili.
La prima è, come dicevo, che non solo l’Interrail esiste ancora, ma che è disponibile per tutti, a qualunque età (con forti sconti sotto i 26 anni e discreti sconti sopra i 60).
La seconda è che sono disponibili una quantità di formule diverse, che spesso si rivelano convenienti anche se si devono fare solo pochi spostamenti (soprattutto se si comprano i biglietti singoli con poco anticipo, quando di norma sono molto più costosi): 2 mesi senza limitazioni, 1 mese senza limitazioni, ma anche 15 giorni nell’arco di 2 mesi, 4 giorni nell’arco di un mese, e tanti altri tagli intermedi, inclusa la possibilità di visitare un solo Paese (ovviamente con una tariffa più bassa). Attenzione solo a tener presente che questa formula è fatta per facilitare i viaggi all’estero, quindi gli spostamenti ammessi nel proprio Paese di residenza sono solo due: quello “in uscita” verso un’altra nazione e quello “di ritorno”, da un altro Paese verso il proprio.
La terza è che oltre a un sito molto completo Interrail ha anche reso disponibile un’app comodissima, su cui caricare il proprio pass (che ora è in formato digitale) e che consente di pianificare il proprio viaggio, cercare e scegliere i vari treni e in molti casi effettuare direttamente le prenotazioni obbligatorie (sì, perché su alcune linee – in particolare di alta velocità – il prezzo del biglietto è incluso nel pass, ma è necessario effettuare la prenotazione del posto, pagandola a parte; si tratta comunque di cifre limitate a pochi euro).
Morale: io ho voluto fare le cose in grande e stare in giro due mesi, ma tenete conto che il pass Interrail esiste anche per periodi molto più brevi e anche se avete meno di 60 anni. C’è di che farsi venire un sacco di belle idee, anche solo per qualche giorno di fuga e relax… io vi ho avvertito!!
