Eccoli arrivati.
Meno male, eh, perché come si suol dire “l’alternativa sarebbe stata decisamente peggiore”. Ma resta il fatto oggi compio 60 anni, e per la prima volta un compleanno “tondo” mi ha creato non poco disagio, dopo che in passato avevo superato con baldanzoso entusiasmo le boe dei 30, dei 40 e dei 50. Insomma, per dirla in breve nei mesi scorsi l’avvicinarsi di questa ricorrenza stava creandomi parecchio malumore.
Per fortuna, però, ho trovato come reagire, e alla grande: con un progetto tutto nuovo, il regalo di compleanno che faccio a me stessa. Ora ve lo spiego, e non vedo l’ora di sapere che cosa ne pensate.
Seconda chance: InterRail over 60
Partiamo dal fatto che, per consolarmi, mi sono messa alla ricerca di qualcosa di positivo legato al compimento dei 60 anni. Mica facile, anzi.
Ma alla fine, la grande scoperta: per chi non lo sapesse, dopo i 60 torna ad essere scontato il biglietto InterRail. Proprio lui, il mitico pass che permette libera circolazione sui treni di tutta Europa; quella tesserina che un tempo era disponibile solo per ragazzi al di sotto dei 26 anni e che per le persone della mia generazione ha rappresentato una vera e propria icona. Al pari della vacanza in Grecia dopo la maturità o del viaggio con la canadese e la R4 stracarica, partire in treno zaino in spalla alla scoperta dell’Europa era un autentico rito di iniziazione. Che io ovviamente – affaccendata tra esami universitari, morosi stanziali e inconsapevolezza del trascorrere del tempo – mi ero lasciata sfuggire, accorgendomi troppo tardi e con sommo disappunto che non avrei avuto vent’anni in eterno e che ero ormai troppo vecchia per godere di quella offerta.
Invece, a 34 anni di distanza, ecco la mia seconda opportunità. E questa volta non ci penso neanche, a farmela scappare; mi concedo solo qualche mese di attesa, giusto per non partire nei mesi più freddi e nelle giornate più corte dell’anno…
La formula perfetta
Però. Quando ho iniziato a riflettere sui dettagli del viaggio, mi sono resa conto di un paio di elementi critici. Il primo, il fatto che una volta arrivata in treno nel centro di qualche città, poi non avrei avuto altra alternativa se non quella di rimanere vincolata ai trasporti pubblici e ai relativi orari e itinerari; perfetto per visitare le capitali e i centri principali, un po’ meno se si vuole anche attraversare luoghi più secondari e remoti.
Secondo elemento, il fatto che il viaggio in bicicletta ormai mi è entrato dentro, e mi dispiaceva molto non poter vagabondare a pedali per l’Europa.
La soluzione è stata quella di unire le due modalità, treno e bici. Ma tenendo conto delle difficoltà di viaggiare in treno “bici al seguito” (non solo in Italia, ma anche in molti altri Paesi ci sono varie limitazioni per il numero e tipo di treni che è possibile utilizzare, per la necessità di prenotare con molto anticipo, per la possibilità di trasportare la bici solo se parzialmente smontata e inserita in una sacca…), ecco – modestamente – il colpo di genio, la formula perfetta: InterRail + Brompton.
Il progetto 60×60
La Brompton, per chi non lo sapesse, è la regina delle biciclette pieghevoli: un marchio inglese e super-cool che ha rivoluzionato le regole del trasporto urbano con un mezzo robusto ed efficientissimo, ma in grado di ripiegarsi in pochi secondi fino ad occupare uno spazio minimo, con un peso di una decina di chili o poco più. La classica bici che viene accettata senza problemi su qualsiasi treno, alta velocità inclusi (e vorrei anche vedere: è più piccola di una valigia!); e che in città, una volta arrivata in ufficio puoi piegare un un attimo e infilare sotto la scrivania.
(qui i miei primi esperimenti di apertura bici…)
Ma la cosa interessante è che, in realtà, non è solo una bici da città. Certo, una gravel in assetto da cicloturismo full-optional è sicuramente più performante, ma è bene non farsi ingannare dalle apparenze: nel corso dei miei viaggi mi è capitato più volte di incrociare viaggiatori di lunga percorrenza in sella a delle Brompton (un gruppo l’ho avvistato persino su un passo dell’Alto Atlante, in Marocco, a oltre 2000 metri di quota), e tutti se la cavavano egregiamente. E quindi, perché non io?
Risultato: ecco il progetto del mio prossimo viaggio, battezzato “60×60”. 60 giorni di viaggio per festeggiare i miei primi 60 anni, alternando tratte in treno con alcune delle ciclovie che da tempo sono nei miei sogni. E il tutto, come piace a me, senza prenotazioni o programmazioni rigide, semplicemente seguendo un itinerario e un programma di massima, ma pronta a modificare i piani in funzione delle circostanze e dell’ispirazione del momento. A spanne, comunque, nei due mesi di viaggio dovrebbero starci circa 2800 km in bici e 4600 km in treno attraverso 8 Paesi. Qui c’è una cartina – moooolto indicativa – del tour (in rosso i tratti in bici, in blu quelli in treno): si accettano consigli, suggerimenti e offerte di ospitalità lungo la strada.
Lady B e gli amici che credono in me
Ma, soprattutto, qui c’è la prima foto di Lady B, la bici che Brompton mi ha messo generosamente a disposizione e che mi accompagnerà in questo fantastico viaggio. Viaggio alla cui organizzazione stanno partecipando anche altri meravigliosi sponsor… ma sarebbe più giusto chiamarli amici, che fin da subito hanno compreso e sposato in pieno lo spirito (vagabondo, green e libero da pregiudizi legati all’età) di questo progetto.
Come Schwalbe con i suoi pneumatici antiforatura, amatissimi dai grandi cicloviaggiatori di tutto il mondo, la cui presenza mi rassicura profondamente.
Come la stessa InterRail, che darà il suo supporto al progetto… e come altri compagni di viaggio, che vi presenterò strada facendo.
Per il momento, credo di avervi raccontato abbastanza. La partenza è fissata per la prima decade di maggio: sembra lontana, ma è giusto il tempo che mi serve per prepararmi a due mesi di assoluta libertà. Un bel regalo di compleanno, vero?