Nello scorso post avevo raccontato dei miei programmi per il Festival del Ciclista Lento; non avevo raccontato, però, di come avevo pensato di raggiungere Ferrara, sede della manifestazione. Già, perché mi sembrava un po’ riduttivo prendere un paio di treni e trovarmi direttamente in centro città. Visto che si trattava di un festival ciclistico, sarebbe stato molto più bello e divertente arrivarci in bicicletta.
Alla scorsa edizione a cui avevo partecipato, in epoca pre-covid, avevo pensato di farmi dare un passaggio in auto da mia sorella fino a Mantova e poi seguire gli argini di Mincio e Po per un’ottantina di chilometri, fino a Ferrara. Questa volta per non ripetermi (e avvantaggiata dal fatto che con una bici pieghevole come Lady B sono ammessa anche sui treni ad alta velocità) ho pensato bene di cambiare itinerario: Frecciabianca da Milano a Padova, e poi in bici attraverso la pianura, passando da Monselice e Rovigo. Un itinerario completamente piatto, ma non privo di fascino: a partire dalle città attraversate (Padova meriterebbe un capitolo a parte, ma anche centri “minori” sono spesso luoghi vivaci, accoglienti, con un bel centro storico), continuando con piccole chicche sconosciute come il grande Castello del Catajo a Battaglia Terme, a pochi km da Padova) e terminando con le suggestive atmosfere dell’argine del Po alle luci del tramonto.
Già, perché a Ferrara ci siamo arrivate che era ormai tardo pomeriggio: come al solito nel disegnare l’itinerario avevo sbagliato i conti (ho qualche difficoltà con le sottrazioni) e al posto dei 75/80 km preventivati ci siamo ritrovate a percorrerne esattamente 103, che – anche se in pianura – non sono esattamente uno scherzo, soprattutto se si è poco allenate come me in questo periodo. Per fortuna Annita e Consuelo, le mie fedeli compagne di pedalate, sono ormai rassegnate alla mia scarsa confidenza con i conteggi chilometrici e non si sono scomposte neanche un po’.
Per chi fosse curioso di sapere come ho definito il tracciato, condivido qui una “scoperta” che ho trovato utilissima. (probabilmente molti lo sanno già, ma per me è stata una bella comodità): sul sito della Fiab bicitalia.org ci sono mappate tutte o quasi le ciclovie italiane, ed è possibile disegnarsi il proprio itinerario con punto di partenza e di arrivo e scaricare la relativa traccia gpx. Mi ci è voluto un po’ per capire bene come funzionasse il tutto, ma alla fine l’ho trovato un’eccellente risorsa, ragion per cui ve la segnalo.
Quanto al resto… beh, come vi ho già raccontato il Festival del Ciclista Lento è una cosa che va provata, più che narrata. Un ambiente divertentissimo, una città – Ferrara – tutta da visitare, una imbarazzante quantità di cose buone da mangiare e un mondo di biciclette di tutti i tipi. Senza contare che, quest’anno, ho avuto l’onore di essere chiamata sul palco del “Gala del Ciclista Lento” a ricevere un premio (un campanello con la lumachina a due ruote) per il mio “60×60” all’insegna, per l’appunto, della lentezza.
E poi, gli incontri con persone belle e interessanti: come Marco Pastonesi, giornalista e straordinario raccontatore di storie “minori” (che poi minori non sono) legate al mondo del ciclismo; e come Marco Scarponi, fratello del celebre ciclista Michele, tragicamente scomparso alcuni anni fa in un incidente stradale. La famiglia Scarponi ne ha voluto onorare e mantenere viva la memoria con una bellissima iniziativa, la Fondazione Michele Scarponi: una ONLUS che crea e finanzia progetti che hanno come fine l’educazione al corretto comportamento stradale e alla cultura del rispetto delle regole e dell’altro; “La strada è di tutti a partire dal più fragile” è il loro motto, ed è evidente come molti di noi si possano ritrovare in questa visione. Se avete voglia, andate a vedere il sito e magari iscrivetevi o regalate l’iscrizione per il prossimo anno: vi regalano anche un libro (“Caro Michele”) e darete una mano a far crescere molti progetti importanti, di cui abbiamo davvero bisogno.
