La mia lotta con i lenti e instabili Wi-Fi francesi continua, e continua la mia caccia a una scheda sim locale che mi permetta di tornare a connettermi decentemente con il mondo.
Intanto, però, qualche piccola nota di proseguimento del nostro viaggio, che questa sera ci vede installati nei pressi di La Rochelle, per spostarci domani all’Ile de Rè.
Una tappa “ibrida”, che ha comportato in parte l’utilizzo della Corazzata Potiomkin (il van con cui i miei amici mi hanno raggiunto dall’Italia per percorrere con me una parte del tragitto): sia per l’oggettiva lunghezza del percorso – con tutti i cambi di programma dei giorni scorsi, avremmo dovuto pedalare per oltre 100 km – sia per la botta di caldo che anche oggi ci ha lasciato un po’ tramortiti e decisamente esausti.
Resta la considerazione che questo itinerario della “Vélodyssée”, la ciclovia che percorre tutta la vista atlantica della Francia, è veramente stupendo e merita un viaggio. Oggi, dopo aver traversato l’enorme estuario della Gironda a bordo di un affollato traghetto, abbiamo percorso una quarantina di km quasi costantemente a bordo mare, tra dune, pinete e fari, su una pista riservata alle biciclette e perfettamente tenuta. Un vero divertimento, che però ho dovuto interrompere dopo pranzo per il troppo caldo, che mi stava veramente esasperando.

Così Annita, Franz ed io siamo saliti sul furgone e ci siamo avviati alla volta del nostro posto-tappa (un campeggio con bungalow, visto che qui è tutto pienissimo) lasciando Geo e Giovanni a continuare valorosamente il percorso a due ruote.
Direi che è andata bene a entrambi i gruppi. A noi pigri, che ci siamo goduti comunque lungo il viaggio la visione di un “condominio di cicogne”: uno spettacolo davvero particolare, perché i grandi uccelli hanno nidificato su ciascuno dei tralicci dell’alta tensione che fiancheggiano la superstrada; così, le grandi impalcature che si susseguono ogni qualche centinaio di metri sono tutte ornate sulla sommità da giganteschi nidi, da cui si affacciano le cicogne con i loro lunghi becchi.
Ma è andata benissimo anche ai due pedalatori, che seguendo un percorso alternativo hanno potuto provare l’ebbrezza di attraversare un fiume a bordo di un “pont transbordeur”: una stranissima ed enorme installazione che sembra un gigantesco carroponte messo a cavallo del corso d’acqua. Una piattaforma sospesa scorre avanti e indietro, trasportando da una sponda all’altra passanti e biciclette con un sistema davvero stravagante, che Giovanni ha filmato e che potete vedere qui.
Insomma, il viaggio continua – e per i miei amici volge ormai al termine – e le scoperte si susseguono. Se penso che domani avrò concluso le mie prime due settimane di viaggio (un quarto del totale!) mi fa una certa impressione: da un lato mi sembra di essere appena partita da casa, dall’altro la quantità di cose viste, sentite, sperimentate mi fanno sembrare di essere in viaggio da secoli.
Intanto, però, è mezzanotte passata e io ho proprio bisogno di una bella dormita… a domani!!
