No, non è il mio, di compleanno: per quello c’è da aspettare ancora qualche mese e non ho la minima intenzione di invecchiarmi precocemente. Ma per caso mi sono accorta che oggi è quello che si potrebbe considerare come il compleanno ufficiale dell’intero progetto “Se ce l’ho fatta io”: esattamente due anni fa, infatti, scrivevo il mio primo post (qui) sulla pagina Facebook da cui poi è nato questo blog… e tutto ciò che ne è seguito.
In genere quando ti si ripropongono foto, ricordi, memorie di ogni genere, la reazione normale è: “Ma come, è passato tutto questo tempo? Non è possibile, sembra ieri…”. In questo caso, invece, è stato esattamente il contrario: confesso che ho rifatto i conti, usando anche le dita.
11 luglio 2017 vuol dire che sono passati solo due anni, ma in questo momento mi sembra un’era geologica fa.
Non credo di essere una persona che ama i toni enfatici e retorici, però mi viene da pensare che – senza che me ne rendessi conto – questa idea nata per gioco e senza troppa convinzione ha davvero rappresentato una tappa importante nella mia vita, dividendo un “prima” e un “dopo”. Prova ne è la densità di cose che sono successe in questi 24 mesi, che me li fanno sembrare tanto più lunghi di molti altri periodi di tranquilla (e rassegnata?) monotonia. Del resto lo diceva anche John Steinbeck nella Valle dell’Eden (uno dei libri che amo di più, se quest’estate vi capita leggetelo o rileggetelo, che ne vale la pena): “…Il tempo pieno di interessi, ferito dal dolore, solcato dalla gioia: è quello il tempo che ci appare più lungo nel ricordo, e a ben pensarci è anche giusto. In assenza di eventi non ci sono pilastri a scandire la durata. Dal nulla al nulla non esiste tempo”.
In questo caso, di eventi a scandire il tempo ce ne sono stati una quantità innumerevole: moltissimi viaggi in bicicletta e a piedi (alcuni più brevi, alcuni lunghissimi attraverso un bel pezzo di Europa); due libri pubblicati (e qualche nuovo progetto molto stuzzicante); una quantità di contatti, incontri, nuovi amici scoperti e vecchi amici ritrovati; un motto (non me la sento proprio di chiamarlo “brand”, mi capirete) che ha iniziato timidamente a camminare sulle proprie gambe; e tante altre nuove idee che stanno nascendo quasi spontaneamente, come se questo concetto avesse ormai iniziato a vivere di vita propria e io mi limitassi ad assecondarlo nelle sue strampalate evoluzioni.

Penso a come è iniziato tutto quanto: io nella mia stanzetta che guardo sconsolata il monitor del computer, senza nessuno stimolo e ben poche prospettive, e decido di mandare tutto a quel paese facendo qualcosa di completamente diverso e mettendomi in cammino lungo la (allora quasi sconosciuta) Via Francigena. Oggi sono in vena di citazioni, quindi vi propongo questa di Bluto/John Belushi in Animal House, che mi rappresenta benissimo; no, non è la solita “quando il gioco si fa duro…”, bensì “Qui occorre fare qualcosa di assolutamente assurdo e stupido, e noi siamo i più indicati per farlo!”.
E per quanto incredibile possa sembrare, fin qui ha funzionato: intendiamoci, non che io sia diventata ricca, o famosa, o che abbia trovato il principe azzurro, o che (esageriamo!) sia riuscita a dimagrire; ma di sicuro le cose sono infinitamente più stimolanti, divertenti, “vive” da un paio di anni a questa parte. Il tutto grazie semplicemente alla decisione di fare qualcosa di totalmente inutile, senza calcolarne costi e benefici, solo perché mi girava così.
La morale? Provateci anche voi: scavate nella memoria, trovate qualcosa che avreste sempre avuto voglia di fare ma a cui avete rinunciato per mancanza di tempo, di coraggio, di capacità di dire “no” a una serie di vincoli (spesso meno stretti in realtà di quanto ci piace immaginare), e poi buttatevici dentro: senza programmi, senza aspettative e senza obiettivi. Il peggio che vi possa capitare è che vi divertirete parecchio; ma da quanto ho capito, è molto probabile che un’esperienza di questo tipo vi regali alla fine molto più di quanto possiate prevedere.
Quindi, per concludere, una piccola auto-celebrazione: buon compleanno, piccolo blog. Continua a pedalare e a raccogliere intorno a te persone con la voglia e l’entusiasmo di iniziare qualcosa di nuovo, anche senza sapere dove andranno a parare. Cin cin!