Il traghetto Dieppe-Newhaven è una vera goduria: grande, pulito, ben attrezzato. Quattro ore su una poltroncina a guardare il mare fortunatamente piattissimo, a dormicchiare, a chiacchierare con i vicini (incredibile quanta cordiale curiosità susciti una signora stagionata che viaggia da sola con casco e borsoni da bici!) ed eccomi sbarcata in Inghilterra.
Dopo tre settimane di Francia, avevo una gran voglia di cambiare ambiente e scenari, ma devo anche essere sincera: c’erano pure un po’ di cose che mi preoccupavano. Piccole cose pratiche, comunque risolvibili in qualche modo, ma che mi continuavano a ronzare nella testa… perché quando viaggi da sola devi un po’ fare conto su te stessa per tutto, e anche certi intoppi banali possono rappresentare un problema.
In realtà è andato tutto liscio: in dogana non ci sono state difficoltà; la scheda francese che ho sul telefono ha una quota di roaming che mi consente di collegarmi anche qui, fondamentale per individuare la strada; il bancomat funziona e ho potuto dotarmi facilmente di un po’ di valuta locale. Poi ci sono invece difficoltà non previste, come il fatto che qui nel Sussex parlano un inglese a dir poco ostico (la tizia dell’albergo sembrava imitare il verso di una foca, e per un momento ho pensato che si trattasse di una lingua a me totalmente ignota) e io non capisco assolutamente nulla quando mi parlano. E soprattutto si conferma il problema di adattarmi alla guida a sinistra, che per me è un vero inferno: continuo a sentirmi “contromano” e alle rotonde e agli incroci sono puntualmente disorientata.
Consapevole di questa difficoltà, avevo anche pensato di farmi in treno la prima tappa, che prevedeva un bel tratto su strada normale, dicendomi “così mi abituo gradualmente”. Ma alla fine era anche inutile procrastinare: prima o poi mi sarei dovuta avventurare sulle strade inglesi e così alle tre del pomeriggio, scesa dal traghetto, mi sono fatta coraggio e ho percorso i 31 km fino al paesino di Hailsham (che non si pronuncia “heilsciam”, ma come uno starnuto, rendendo le richieste di indicazioni piuttosto laboriose) in sella a Lady B.
Ho fatto benissimo, come sempre succede quando non ci si attorciglia intorno a preoccupazioni che in buona parte ci inventiamo da sole. Il percorso era splendido, in mezzo a una campagna inglese da cartolina tra cottage, villaggi, splendidi campi fioriti, boschi con coniglietti e fagiani a pochi passi, ragazzini a cavallo; e anche le strade carrozzabili – a parte un km un po’ difficoltoso – erano tranquille strade secondarie senza traffico. Va detto, invece, che il tracciato è tutt’altro che piatto: già in questa prima parte c’erano dei bei saliscendi, a volte su sterrato sconnesso, che hanno fatto sì che arrivassi a destinazione abbastanza provata. A quanto ho visto, la cosa non migliorerà nei prossimi due giorni… così ho trovato un nuovo tema su cui appuntare le mie preoccupazioni (unito al tema “meteo”, che già da oggi è piazzato sul “pioggia “ fisso).
Ma affrontiamo le cose una alla volta: intanto è iniziata la mia quarta settimana di viaggio e sono al mio terzo Paese visitato. Tra due giorni sarò a Londra, ospite di un’amica che vive lì, e sono curiosissima perché il mio arrivo coincide con il clou delle celebrazioni per il Giubileo di Platino dei 70 anni di regno della Regina Elisabetta; già il paesino dove sono ora è in piena attività con bandiere, striscioni, vetrina di negozi (dall’agenzia immobiliare alla macelleria) in cui le foto della regina a varie età hanno preso il posto della consueta mercanzia; non posso immaginare cosa sta per succedere nella capitale. Cosa che da un lato mi diverte molto, e dall’altro mi preoccupa – sì, pure quello- per il caos che troverò… ma sono anche sicura che in qualche modo Lady B e io ce la caveremo. A presto!
Clicca qui per vedere lo specchio del bagno del mio hotel di stasera. Non c’è modo di fermarlo.