Tempo fa ho trovato sul mio cellulare una foto che non ricordavo di aver scattato. Un orizzonte lontano di montagne; un paesaggio notturno, inaspettato, suggestivo, quasi ultraterreno. Non ricordavo di avere mai visto niente di simile, eppure la foto era lì, insieme a tante altre, sul mio telefonino, comparsa senza spiegazione: quasi un messaggio segreto.
Sono diventata matta per risolvere il mistero e capire da dove venisse, quando l’avessi scattata e perché non ne avessi memoria, poi finalmente l’illuminazione: era l’interno della tasca della mia giacca, in un click partito per errore.
È solo uno scatto sbagliato, ma io mi ci sono proprio affezionata, perché ci leggo dentro tante altre cose: i nostri paesaggi interiori, sconosciuti anche a noi stessi; quella parte oscura con cui non siamo mai disposti a fare i conti; la possibilità di scoprire interi mondi sorprendenti all’interno di piccole cose di tutti i giorni.
Forse bisognerebbe guardare con più attenzione dentro le nostre tasche, e anche dentro di noi.