È davvero tanto tempo che non scrivo sul blog. Un po’ perché ero davvero stritolata dal lavoro (con qualche bella novità che vi racconterò prossimamente), un po’ perché – rimanendo tappata in casa incatenata al computer – avevo poco da raccontare, un po’ perché questo periodo di lavoro e clausura ha avuto il risultato di prosciugarmi tutte le energie e gli entusiasmi; e ri-mettermi al computer a scrivere, sia pure per una cosa piacevole, iniziava a darmi un po’ la nausea. Diciamo la verità: come quasi tutti, in questo periodo, credo di essere un po’ depressa (i motivi, del resto, li conosciamo), e non mi pareva il caso di aggiungere anche la mia voce al coro di lamenti e disagi.
Da ieri, però, ho finalmente cambiato marcia: un po’ meno lavoro e un po’ più di vecchie, buone abitudini, anche se in scala minore causa pandemia. E così, gonfiate le gomme alla Poderosa, da ieri mi sono rimessa in moto.
Il bilancio, al momento, non è dei più entusiasmanti: 30 km ieri, 70 km oggi, mi sento un completo relitto e ho male a tutto (con una menzione speciale per spalle e sedere).
Però c’è anche qualche aspetto positivo: ho preso la mia rivincita e oggi ho percorso per intero, in senso antiorario AbbracciaMi, l’itinerario ciclabile che gira tutto intorno a Milano e che un anno fa avevo esplorato solo a metà. La volta scorsa a ricacciarmi a casa con la coda tra le zampe erano stati due elementi: il primo, il fatto che eravamo ancora in regime di lockdown duro, era tutto chiuso (bar inclusi) e non c’era modo di fare pipì da nessunissima parte; il secondo, il fatto che non c’erano ancora (o forse io non le avevo trovate) le normali tracce gpx e avevo cercato di orientarmi con un sistema di navigazione talmente delirante che avevo percorso circa il doppio della strada prevista (dopo 60 km, mi trovavo ancora a metà giro).
Invece, la bella sorpresa è che in questi pochi mesi molte cose sono cambiate, grazie all’encomiabile attività di Milano Bicycle Coalition: le tracce esistono (e si possono scaricare gratuitamente da qui, e ve lo consiglio vivamente perché semplificano molto la vita); ci sono anche parecchie segnalazioni , soprattutto nella parte sud; e c’è anche parecchia gente lungo il percorso, a testimonianza del rinnovato amore dei milanesi per la bicicletta.
Quanto al percorso… beh, a mio avviso è geniale e sorprendente: non sempre bello, certamente (siamo pur sempre in una fascia periferica di una grande città), ma estremamente vario e con una serie di “chicche” che non ci si aspetta: un gran numero di parchi, stradelle di campagna con gli aironi a pochi km dal centro, gioielli storico-artistici come l’abbazia di Chiaravalle, che da sola merita sicuramente una pedalata.
Insomma, se volete uno sguardo “diverso” su Milano, se volete regalarvi una piccola “avventura urbana” assolutamente a portata di tutti (se ci si stanca, basta girare verso il centro e in pochi km si torna alla base), ve lo consiglio assolutamente.
Personalmente, quello che mi ha colpita è stato accorgermi di quanti pezzetti dei miei 60 anni di vita siano sparpagliati in giro per tutta la città: è stato una specie di viaggio nella memoria, rispolverando i ricordi di case, lavori, esperienze, incontri, risalenti a volte a un passato remoto, a cui non pensavo più da chissà quanto tempo e che a volte hanno fatto riaffiorare pure qualche malinconia. Insomma, per emozionarsi può bastare anche solo un giretto attorno a casa. Consoliamoci così, in attesa che anche questo periodo venga pure lui finalmente archiviato nell’album dei ricordi.