“Beati gli ultimi, che la vita sanno godèr!” Potrei anche chiudere il post qui, perché in questa frase è già riassunto tutto: un concetto che mi sta particolarmente a cuore, e anche un appuntamento che, tra una decina di giorni, mi porterà nella bellissima Ferrara per un evento a cui vi invito caldamente a partecipare.
Si chiama “Festival del Ciclista Lento”, è nato dalla mente geniale di Guido Foddis ed è già arrivato alla sua terza edizione, in programma dal 25 al 27 ottobre. Un weekend di gente godereccia che vede nella bicicletta uno strumento di divertimento e di piacere, oltre che di libertà; persone che a grandi proclami su esperienze estreme preferiscono una passeggiata in compagnia, molte risate e un buon piatto di cappelletti. La filosofia che più amo e che personalmente trovo molto più ricca di significato di tanti altri approcci legati a “sforzo”, “prestazione”, “performance” e “sacrificio”.
Inevitabile che mi piacessero moltissimo, e meno male che anche io sono piaciuta a loro: tanto che sono orgogliosissima di essere stata invitata a partecipare, la mattina di sabato 26, alla loro “5 km in 5 ore – La pedalata più lenta del mondo”. Una passeggiata in bici a ritmo lentissimo per il centro della città, con varie pause mangerecce e beverecce. E nel corso delle varie soste, l’intervento di alcuni scrittori e giornalisti: grandi penne del giornalismo sportivo italiano, da Marco Pastonesi a Gino Cervi, da Gianbattista Baronchelli a Giovanni Battistuzzi tra cui, sorprendentemente, sono stata inclusa anch’io (si capisce che sono orgogliosissima?).
Ma il programma prevede una sacco di altre iniziative imperdibili: come il “gran Gala del Ciclista Lento – L’Epopea delle Schiappe” di venerdì sera, preceduto da un convegno su esigenze, diritti e opportunità dei “ciclisti lenti”; il Record dell’ora “alla rovescia” di sabato pomeriggio (in cui due campioni del ciclismo tenteranno di superare l’impresa di Gianbattista Baronchelli registrata nel 2018: percorrere meno di 1,313 km in un’ora nell’ovale del velodromo di Ferrara); e poi, domenica. la “Granfondo del Merendone”, 50 km a ritmo lento (e come, se no?) attraverso il Parco del Delta del Po.
Il mio programma, se il meteo non si mette troppo al brutto, è quello di partire da Mantova in bici la domenica mattina, in modo da arrivare a Ferrara per sera – con calma, eh… – giusto in tempo per il Gala. Se invece piove, vabbè: arriverò a destinazione un po’ prima, senza pedalare, e mi godrò le bellezze della città.
Io vi ho avvertiti: siete giusto in tempo per organizzarvi un gran bel weekend. Ci vediamo lì? Vi aspetto!!
PS: I concetti di base del Ciclista Lento sono riassunti in un vero e proprio manifesto, che potete trovare sul sito ma che vi copioincollo qui perché secondo me è un modo perfetto di intendere il ciclismo (e in fin dei conti anche la vita…)
Il manifesto del Ciclista Lento
Il Ciclista Lento è una presenza inesorabile ed allo stesso tempo rassicurante.
Lo puoi incontrare su ogni tracciato stradale, sia esso pista ciclabile, carrareccia di montagna o percorso rotabile. Il Ciclista Lento è disciplinato, non ama il pericolo, detesta la competizione.
O se proprio si trova coinvolto in una gara, cerca di farsi superare da tutti nel minor tempo possibile. Perchè in fondo, il Ciclista Lento, non ha bisogno di conferme cronometriche, di trofei da sollevare, per convincersi che vale.
Il Ciclista Lento fondamentalmente è una persona felice, pacifica e gaudente in mezzo ad uno sciame di ciclisti invasati, fasciati da cardiofrequenzimetri, alimentati a maltodestrine e barrette energetiche. Il Ciclista Lento, se ha sete, si ferma e ordina da bere. Se ha fame, si ferma e ordina da mangiare. Le barrette energetiche le lascia ai ciclisti veloci, perchè possano esprimere tutta la loro potenza e vincere le loro sfide con se stessi e con i propri simili.
Il Ciclista Lento viene deriso, consigliato, doppiato, snobbato, confortato, sopportato, soprattutto aspettato. Non chiede altro che essere lasciato indietro, a godersi la pedalata più che il traguardo, il panorama più del contachilometri. Per questo viene considerato, a torto, l’anello debole della catena che compone il traffico stradale. Un grosso errore di sottovalutazione: lento sì, debole no. Il Ciclista Lento non è espressione di una moda, è semplicemente se stesso. Orgoglioso di andare piano. Orgoglioso di essere, a suo modo, un signor ciclista. Un signor Ciclista Lento!