Non so bene quando parte il Giro d’Italia, ma più o meno siamo lì: loro pedalando come forsennati su e giù per il Paese, accompagnati da una possente carovana di tecnici, sponsor, media, sostenitori.
Io in sella a Lady B, a passo lento, saltabeccando su e giù da treni di tutti i tipi, incontrando ogni tanto amici che mi accompagneranno per pezzi di strada, attraversando una bella fetta d’Europa alla scoperta di luoghi mai visti e di altri visitati in ere geologiche precedenti (che è praticamente come non averli mai visti).
Fatto sta che si parte per davvero. Insieme a Chiara, che mi accompagnerà fino a Lione, siamo salite sul treno Milano-Ginevra e ci siamo messe in viaggio in questo mio “60×60”.
E come sempre, quando una cosa è sognata è progettata da mesi, sembra quasi incredibile che si avveri: c’è quella sensazione di sospensione, come quando ti tuffi e ti sei già staccata da terra ma non hai ancora raggiunto l’acqua; un nodo allo stomaco che è di piacere e di paura in parti uguali.

Ho passato settimane di lavoro piuttosto massacrante per riuscire a sistemare tutto (o quasi) entro oggi, ma so già che ci vorrà solo qualche ora per cambiare marcia: da qui in avanti si pensa solo alla strada, al viaggio, alle esperienze da vivere. E a raccontare tutto questo, come posso e meglio che posso, per portare con me anche chi è rimasto a casa.

Questo è un post scritto di corsa, prima che il treno varchi la frontiera svizzera e che la connessione internet vada perduta.
Ci risentiamo quando raggiungo un Wi-Fi. Intanto, dal primo dei molti treni che mi aspettano, un saluto emozionato, felice e un po’ incredulo.
