Nuovo “tuffo” nelle vacanze appena trascorse: questo è quello che scrivevo sul mio diario tre settimane fa, nel bel mezzo dell’Egeo.
Giorno 5 di navigazione

Anche per oggi non abbiamo messo piede a terra: ci siamo spostati progressivamente, prima verso Tilos, poi cercando di ormeggiare nel piccolo porto di Nisiros: un isola che nasconde nel suo cuore un vulcano ancora attivo. Parecchi anni fa ero scesa nella caldera coperta da un terreno grigio-giallastro, caldo e cosparso di buchi da cui sfiatavano vapori sulfurei; un paesaggio davvero “infernale” e unico. Questa volta, però, non c’è stato modo di organizzare gite a terra. La settimana di Ferragosto continua a lasciare il segno, e tutti gli ormeggi più appetibili sono strapieni.
Quindi abbiamo proseguito la nostra navigazione per un altro pezzetto, e ci è andata bene perché abbiamo nuovamente avvistato un gruppo di delfini con le loro acrobazie, fino ad arrivare a buttare l’ancora di fronte alla piccola isola di Yali. Il luogo, in realtà, non è dei più spettacolari: siamo di fronte a una grande cava di pomice con un impianto che si protende nell’acqua; in compenso, però, è molto tranquillo, l’acqua è limpida e gli avvistamenti di fauna marina sono notevoli: Consuelo e Chiara si sono imbattute in un grosso polpo (subito battezzato chissà perchè Carletto), stelle marine, pesci dai nomi stravaganti (pesce giaguaro, pesce pettine…) più una certa quantità di meno piacevoli meduse.
Approfitto quindi di questo momento di pausa per presentarvi brevemente gli altri due membri dell’equipaggio (la cui composizione è comunque destinata a cambiare più volte nei prossimi giorni).

A cominciare dal nostro capitano Paolo: deus ex machina e organizzatore di questa vacanza, sotto i panni di professionista milanese nasconde quelli di appassionato velista. Da oltre vent’anni, con pochissime eccezioni, trascorre le sue vacanze veleggiando da queste parti, tanto da conoscere ogni angolo, spiaggia, caletta, approdo. Se a questo si somma la sua natura precisa, minuziosa e pianificatrice si può capire come sia la guida ideale per un viaggio del genere: ogni spostamento, ogni manovra, ogni sosta lungo l’itinerario, ogni minima variazione del meteo sono il frutto di attente analisi e considerazioni, che ti fanno sentire sempre sicura di goderti il meglio di ogni situazione. Da bravo entusiasta della vela, Paolo è anche felice di coinvolgere altre persone nella sua passione, cercando di insegnare quanto più possibile a chiunque gli capiti a tiro. Peccato che a volte gli capitino soggetti come me (o come Gideon), che definire zucconi è poco e che appaiono totalmente refrattari ad assimilare qualunque procedura marinaresca che vada al di là dello svuotamento del secchio dell’immondizia. Ma non importa: garbato e sorridente, lui continua a spiegarci come aprire e richiudere le vele, come gettare e issare l’ancora, come fare nodi “a doppio collo”, “a bocca di lupo” o le onnipresenti gasse, incurante del fatto che abbiamo difficoltà anche ad allacciarci le scarpe. Se non impariamo qualcosa così, per noi non c’è proprio speranza.

E poi c’è Francesco, manager milanese di origine ma dall’aplomb assolutamente britannico. Il suo ideale, in realtà, sarebbe una comoda vacanza in qualche elegante hotel vista mare o tutt’al più su un comodo caicco (i velieri da crociera che gironzolano da queste parti, con equipaggio in divisa, servizio impeccabile, grandi camere e ogni comodità). Ma per amicizia e per amore della compagnia, anno dopo anno si fa coinvolgere in spedizioni ben più sportive, limitandosi di tanto in tanto a buttare lì qualche battuta ironica. Un atteggiamento adorabile, in grado di alleggerire qualunque situazione. Tanto più che “Fran” ha seri problemi di deambulazione e si sposta solo con le stampelle; ma questo non gli impedisce di affrontare salite e discese da ripide scalette, passaggi su passerelle traballanti, laboriose risalite dall’acqua dopo il bagno, sempre con il sorriso sulle labbra e bilanciando perfettamente una sostanziale indipendenza con la capacità di chiedere garbatamente aiuto in caso di necessità. Non è da tutti essere coraggiosi, ma esserlo con classe è davvero appannaggio di pochi: Fran è tra questi.
P.S.: oggi solo un paio di inciampi in una infida sporgenza. Che stia migliorando?