Bel tappone, quello di ieri: 90 km tondi che ci hanno portato nel paesino di St.Nazaire d’Aude, in un confortevole e accogliente B&b con un buffo dècor zuccheroso a basse di fiori, farfalle e colori pastello.
Paesino che non offre attrattive particolari, ma che si trova a pochissimi km dal borgo di Le Somail, dove ci siamo precipitati a cena, affamati come lupi, dopo una rapida doccia e a bordo della Corazzata Potiomkin (il van che ha portato fin qui gli amici che mi accompagnano in questo tratto di viaggio, e che viene guidato a turno da uno di loro). Quest’ultimo, invece, è davvero un luogo da non perdere: un vecchio e microscopico porto fluviale dalle vecchie case di pietra scura, tenute come piccoli gioielli sommerse di fiori, è un quantitativo di ristoranti su terrazze all’aperto illuminate da luci garbate e affacciate sul corso d’acqua. Una località totalmente turistica, questo è certo: ma anche un piccolo posto pieno di fascino dove peraltro abbiamo mangiato divinamente (l’Escale du Somail, da non confondere con tutti gli altri ristoranti, bar, negozi, affittacamere che si chiamano invariabilmente con “du Somail” nel suffisso, rendendo quasi impossibile distinguere gli uni dagli altri).
La giornata di ieri è stata ricchissima di cose, luoghi, atmosfere e suggestioni: l’inizio su una lunga ciclabile che corre proprio a bordo mare; un tratto sicuro ma non gradevolissimo al bordo della strada carrozzabile, vicino ad Agde; ancora qualche scorcio de grandi stagni e poi, improvvisamente, il percorso piega verso l’interno e lo scenario cambiare di botto. Inizia qui, infatti, la Ciclovia che segue il Canal di Midi, uno dei grande canali navigabili che si intrecciano con il sistema fluviale e che rendono questa parte della Francia una straordinaria terra d’acque dai panorami assolutamente inconfondibili.
Chiuse, canali secondari, piccoli porti dove sono ormeggiate house boat che costituiscono le case di vacanza di molta gente del luogo. E quando dico che i canali “si intrecciano” dico sul serio: e a volte lo fanno in modo spettacolare. Per esempio a Béziers il canale (lungo cui corre anche la ciclovia) si incrocia con il fiume Orb con un sorprendente “ponte canale”: nel senso che tutto il canale – su cui navigano barche di notevole dimensione – è stato sollevato e fatto scorrere al di sopra del fiume. Il risultato, un po’ disorientante, è che in questo caso SOPRA il ponte che collega una riva e l’altra al posto delle auto si vedono transitare pacificamente grandi battelli pieni di gente.
L’itinerario, insomma, sta mantenendo le sue promesse. E altrettanto la compagnia, allegra, piacevole e rasserenante come poche, per cui procediamo tra chiacchiere, canzoni e risate, con frequenti pause-birra nei punti in cui il nostro percorso incrocia quello della Corazzata Potiomkin.
Anche le Brompton si stanno confermando perfettamente adatte a questo tipo di tragitti, oltre che a quelli urbani. Tanto più che in quest’ultima tappa abbiamo iniziato a trovare alcune salite e alcune parti in sterrato (quando le due cose si presentavano in contemporanea la cosa non era piacevolissima, ma la bici non c’entra…)
Per oggi è tutto, dalla regione d’Occitania. Non che non ci sia altro da raccontare, ma devo scendere a colazione e ho visto che la padrona di casa ieri sera ha sfornato la bellezza di cinque torte…